AUTORITRATTO
Sono la talpa
Le profondità più buie e più nascoste
Sono le mie direzioni preferite.
Sono il serpente
Mi avvicino e poi ti studio
Senza farmi sentire
Senza il tuo iniziale consenso.
Sono l’ariete
Se credo in una meta
Lotterò contro tutti
Fino alla fine.
Sono il piccolo colibrì
La cui vita è levare nettare ai fiori
Per alimentare d’energia
Il mio incessante battere d’ali.
Sono la medusa
Che danza avanzando
Consistenza trasparente
E scivolando a pulsazioni
Ondeggio dappertutto
Un’essenza indefinibile.
Eccomi rondine
Veloce e strillante
Punto nero che offende l’azzurro
Sposata ai raggi più forti
Dai pazzi voli senza mete precise.
O morbida papera
Trotterellando ti riporto
Quel giocare perduto crescendo. |
Sono lo struzzo
Più scemo e più vile
Che alla paura risponde veloce
Con corse furiose
O nasconder la testa
Senza pensare che il resto di me
Si vede comunque.
Sono il gabbiano
Che ha bisogno vitale
Sia dello stormo
Che del volo isolato.
Ma anche docile cane
Che ubbidisce per paura
E si affeziona per dipendenza.
Sono farfalla
Chi stringe troppo le mie ali
Per fermarmi con sé
Mi spezzerà anche la vita.
Sono giaguaro
Feroce e spietato
È ai lati indifesi
Che mi conviene puntare
Non guardo in faccia nessuno
Se mi devo sfamare.
In realtà sono camaleonte
Forse a volte confondo le idee
Ma quel che è peggio ( o il bello )
È che neanche io
Conosco i colori di base
Che sembianze assumerei
Messa sopra ad uno specchio.
E si affaccia un dubbio strano:
che lo siano tutti insieme. |